LA SELEZIONE DI RAZZA NEL CANE: DALLA PARTE DELL’ANIMALE

04/04/2022 – La selezione di razza nell’ambito canino ha origini molto lontane: in alcune razze l’intervento dell’uomo è iniziato migliaia di anni or sono e via via in tempi più recenti per la maggior parte del resto delle razze. La finalità selettiva trae origini molto precise, l’impiego delle varie razze per usi specifici in soccorso all’uomo. E’ indubbio che negli ultimi decenni la selezione della maggior parte delle razze sia decaduta nei confronti della specificità di impiego di quel determinato cane. Al di là di questo cambiamento che potrebbe comunque essere oggetto di un ampio dibattito, è però doverosa una riflessione sviluppata primariamente nei confronti del benessere dell’animale e dell’etica di un allevatore. La pressione selettiva naturale e tutto ciò che si determina conseguentemente, al di là dei mutamenti climatici influenzati anche dall’inquinamento atmosferico, è comunque dominante nei confronti degli animali tutti: ogni vivente, infatti, continua l’esistenza della propria specie in virtù di un autonomo svolgimento e continuità della stessa. L’intervento umano nei confronti delle razze canine entra indubbiamente a gamba tesa nei confronti delle dinamiche naturali che riguardano la vita dell’animale cane. E’ quindi doveroso, oggi giorno, soprattutto alla luce di tutti gli studi ed i dettami conseguenti più evoluti – che comunque originano da studi iniziati oltre tre secoli fa – interrogarsi se la selezione di razza, nel cane, impostata come avviene oggi, generi una dinamica affine al naturale in termini di pressione selettiva ed un approccio etico o meno. Questi due aspetti sono di primaria importanza nei confronti del rispetto che va portato ad ogni cane. In Italia ENCI, Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, tutela la selezione di razza, e nello svolgimento di questa complessa ed articolata attività di cui si fa carico deve mettere addirittura, per legge, in prima istanza, la costante rappresentata dal benessere dell’animale. I regolamenti tutti che governano la tutela della selezione delle razze sono innumerevoli e molto dettagliati. Ne deriva, pertanto, per quasi tutte le razze, una dettagliatissima dinamica della selezione delle razze indubbiamente assai complessa nella conduzione pratica, oltre che di scottante attualità, estremamente onerosa dal punto di vista economico. Il paradosso consta nel fatto che, a fronte di una conoscenza così evoluta sul piano anatomico-funzionale, caratteriale ed attitudinale e sul piano sanitario – estremamente evolutosi negli ultimi decenni-, l’adesione alla stragrande maggioranza dei regolamenti sopra citati è assolutamente discrezionale. E’ dunque lecito domandarsi il perché di una situazione simile che pone, oltre tutto, consapevolmente da parte dell’uomo, il cane vittima delle scelte dell’allevatore che a propria discrezione da o meno seguito ai dettami selettivi con l’avallo dell’Ente Nazionale tutelatore. Si ravvisa, in conclusione, la necessità di rammentare il come agire in maniera univoca e non frutto di un libero arbitrio ci paia davvero stare dalla parte del cane.

Alessandro Alquati